Continuano gli appuntamenti della rassegna culturale #unlibroperamico edita dall’Associazione Meridiani che si avvale della collaborazione dell’Associazione Ingegneri del Comprensorio Stabiese e del patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale della Campania. Lo scopo della rassegna è quello di promuovere e realizzare progetti con finalità culturali e sociali non solo sul territorio regionale, ma anche nazionale riuscendo ad essere un punto di incontro e di collaborazione per una vasta rete di Istituzioni, Enti pubblici, Ordini professionali e di cittadini attivi sul territorio.
Sabato 4 maggio presso l’Imperial Hotel Tramontano è stato presentato l’ultimo lavoro di Mario Giordano dal titolo ‘L’Italia non è più italiana’ a cui hanno preso parte Alfonso Giarletta, Event Manager dell’Associazione Meridiani, Angelo Esposito, Presidente dell’Associazione Ingegneri del Comprensorio Stabiese, Antonio Macaluso, Editorialista Corriere della Sera eAlfonso Longobardi, Vicepresidente della Commissione Bilancio del Consiglio Regionale della Campania.
LIBRO
Ogni 48 ore un’azienda italiana cade in mani straniere. Alcuni casi finiscono sui giornali e fanno discutere, ma la maggior parte scivola via nel silenzio. Così, nel silenzio, non abbiamo soltanto perso tutto il made in Italy, i grandi marchi della moda, le aziende alimentari, i settori strategici (dalla chimica alla siderurgia), i servizi e le banche: abbiamo perso il meglio delle nostre piccole aziende, quei gioielli di creatività spesso nati nei sottoscala di provincia e diventati leader mondiali nel loro settore. Erano i nostri veri tesori. Ora non sono più nostri. I nuovi proprietari stranieri non sono quasi mai dei padroni, piuttosto dei predoni. Il risultato? L’Italia non è più italiana. È ciò che Mario Giordano ci svela nel suo libro-inchiesta: ha girato la Penisola strada per strada, ha visitato borghi e paesi, è entrato nelle fabbriche. E ha scoperto che i predoni stranieri non hanno conquistato solo la nostra economia: hanno conquistato l’intero nostro Paese. Dal castello piemontese del 1200 comprato dalla setta americana della felicità al palazzo della Zecca gestito dai cinesi, dall’isola di Venezia in mano ai turchi ai vigneti della Toscana acquistati dalla multinazionale belga delle piattaforme petrolifere, passando per supermercati, botteghe storiche, alberghi di lusso, case, piazze, ospedali: l’Italia non è più italiana. Persino la mafia vincente, ormai, è straniera. Da Cosa Nostra a Cosa Loro: le cosche nigeriane si sono estese da Torino alla Sicilia. E, intanto, si afferma la Cupola cinese. Ormai non siamo nemmeno più padrini a casa nostra. Dilaga la cucina etnica, ma ci sono 250 cibi italiani a rischio. Dilagano i termini inglesi, ma la nostra lingua rischia di scomparire. Persino gli insetti alieni minacciano il nostro Paese, come denuncia un rapporto allarmato dell’Ispra. E, soprattutto, si stanno estinguendo gli italiani: sempre meno nascite, sempre più fughe all’estero. Una ogni 5 minuti. Secondo l’opinione corrente l’apertura internazionale e gli scambi sono un bene a prescindere. Ma è sempre vero? Le decisioni strategiche sul nostro futuro, oggi, vengono prese in asettici uffici del North Carolina o di Shanghai, da persone che non hanno mai visto un’officina, che non hanno alcuna relazione con la nostra terra e la nostra storia. E questo è un pericolo per il nostro Paese, come hanno denunciato anche i servizi segreti, nella loro relazione al Parlamento italiano. Un grido di dolore rimasto, incredibilmente, inascoltato.
AUTORE
Mario Giordano ha 52 anni. Ha scritto sedici libri di inchiesta nei quali si è occupato di denunciare sprechi, pensioni d’oro, privilegi, ovvero sanguisughe, pescecani, spudorati e vampiri. Nel frattempo ha fondato un quotidiano, «La Verità», di cui è orgogliosamente editorialista. È stato anche direttore del TG4, di Tgcom24, del «Giornale», di Videonews e di «Studio Aperto». Attualmente è direttore delle Strategie e dello Sviluppo dell’informazione di Mediaset.